Negli ultimi anni è diventata di moda una tecnica che, sebbene sembri relativamente moderna, non è così moderna e che pretende di avere effetti miracolosi sul nostro corpo quando si tratta di modellarlo con poco sforzo, cioè come una sorta di ginnastica passiva che si può fare mentre si guarda la TV o si naviga con il nostro tablet seduti sul divano di casa. D'altra parte, abbiamo un'altra variante di questa tecnica, più in linea con la realtà, che consiste nell'applicarla quando ci esercitiamo.
Stiamo parlando di elettrostimolazione o piuttosto di elettrostimolazione muscolare (MES) o anche di elettrostimolazione neuromuscolare (NES), come viene chiamata da Wikipedia.
Questa forma di elettroterapia utilizza la corrente elettrica per provocare una contrazione muscolare: l'elettrostimolatore è un generatore di corrente che è collegato al nostro corpo per mezzo di elettrodi posizionati strategicamente, per mezzo dei quali invia un impulso elettrico al nervo motorio e questo provoca, in modo un po' "artificiale", la contrazione del muscolo.
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L'elettrostimolazione, contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, non è così contemporanea come potrebbe sembrare. Questa tecnica ha cominciato ad essere sviluppata negli anni '60 e '70 nell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) nel mondo dello sport per migliorare le prestazioni di allenamento. In seguito, è stata trasferita al campo della medicina, essendo utilizzata a scopo terapeutico e riabilitativo, soprattutto nel trattamento di alcuni tipi di disturbi e lesioni.
Nel mercato attuale esiste una gamma variegata di elettrostimolatori. La maggior parte di essi sono progettati per essere utilizzati a casa senza alcun tipo di rischio per gli utenti e vengono configurati dalla fabbrica con programmi già definiti in base al trattamento che vogliamo seguire: recupero del tono muscolare, riduzione del dolore o diminuzione dell'infiammazione, tra gli altri.
In breve, questa tecnica di elettroterapia può essere suddivisa in due grandi blocchi, sempre a seconda dello scopo per il quale viene utilizzata: l'elettrostimolazione come complemento all'allenamento e l'elettrostimolazione come fine terapeutico.
Oggi, in un breve periodo di tempo, gli elettrostimolatori sono diventati una sorta di attraente 'gadget' per un gran numero di persone che svolgono un allenamento completo ed esaustivo, essendo uno dei metodi complementari per lavorare diversi gruppi muscolari in modo isolato. L'evoluzione di questi dispositivi è tale che in alcune palestre d'elite di città come Madrid, Barcellona o Siviglia, sono già utilizzati da alcuni utenti sotto forma di giubbotti e reti che trasmettono impulsi elettrici mentre si esercitano sulle diverse macchine.
Tuttavia, non è stato ancora possibile confutare con studi scientifici se, come e in che misura contribuisca a migliorare le prestazioni dell'allenamento. In ogni caso, è innegabile che l'elettrostimolazione è sempre più utilizzata come parte complementare dell'allenamento e ha sempre più seguaci tra le sue fila. Anche se il suo uso più frequente è di solito statico - proprio come nel trattamento di una lesione - sembra essere molto più efficace in modo dinamico.
Quando pratichiamo uno sport corriamo il rischio di farci male con quello che questo comporta. Nella migliore delle ipotesi, ci renderebbe impossibile correre per un certo periodo di tempo. Nel peggiore dei casi, potremmo fratturare un osso in un arto e dovremo immobilizzarlo per diverse settimane. In questo caso, la muscolatura di quella parte del corpo, non essendo esercitata, si atrofizza molto rapidamente.
È proprio in questo scenario ipotetico che l'elettrostimolazione diventa molto importante, in quanto è fondamentale recuperare la mobilità e la flessibilità delle articolazioni rimaste immobili per un certo periodo di tempo. Un modo eccellente per lavorare ed esercitare i muscoli in modo che recuperino il loro tono ottimale è questa tecnica di elettroterapia.
La stimolazione elettrica neuromuscolare permette di lavorare i muscoli colpiti in modo statico, il che è molto benefico durante i primi giorni, una volta superato il periodo di immobilizzazione. A seconda del programma scelto dall'utente, la durata dell'impulso elettrico e la sua intensità variano.
Anche se sarebbe meglio consultare un fisioterapista, e nonostante il fatto che gli apparecchi per l'elettrostimolazione muscolare per uso privato siano progettati per evitare qualsiasi tipo di danno, è consigliabile leggere il manuale del produttore e utilizzarli sempre con buon senso.
Insomma, la stimolazione elettrica neuromuscolare può essere molto utile per il recupero da una determinata lesione e può essere utilizzata anche come complemento alle sessioni di allenamento, ma senza contare gli effetti miracolosi che vogliono venderci nelle campagne pubblicitarie e di marketing.