HOKA Bondi 5

 Riconosco che erano anni che volevo provare il concetto massimo di Hoka, il concetto di ammortizzazione elevato alla massima potenza attraverso una spessa e voluminosa intersuola. Nonostante la suola esternamente appaia molto più spessa di quanto in realtà lo sia, si tratta di un modello che non passa inosservato nè per il runner che la calza, nè per chi la osserva. 

Con un'estetica dubbiosa, sono arrivati anche a commentarmi che "è più vicina ad una sfilata di Carnevale ( per la sua somiglianza alle scarpe delle "Drag Queens") che ad una calzatura da corsa", ma scherzi a parte senza dubbi stiamo davanti all'intersuola più ammortizzata tra tutte le calzature da running provate finora e vi darà la mia opinione su quanto di funzionale ha questo concetto della " di più ( di quantità) è meglio e del fatto che la cosa più importante in una scarpa sia l'ammortizzazione..."

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Scarpe concesse da Running Warehouse Europe

Secondo la Hoka sia la geometria dell'intersuola con un drop ridotto di 4 mm che dà internamente 38 mm dal tallone, sebbene si apprezzino i 60 esterni, e i 34 nell'avampiede, sia per il suo volume o grosso "stavk" e la sua leggera compressione e rimbalzo della schiuma EVA, si definisce  come migliore per la competizione. Dicono che fornisce ai runner un tipo di andamento energizzante e stabile, ma ciò nonostante la soletta firmata OrthoLite ci ricorda che siamo comunque davanti ad una calzatura per runner dall'appoggio neutro. 

Chiama l'attenzione l'elevato rocker essendo la punta elevata rispetto al suolo di 3,5 cm, il che provoca un movimento tipo dondolo che facilita la transizione della falcata del runner, qualcosa che se non fosse così porterebbe a rendere difficile correre visto la mancanza di flessibilità dell'intersuola. Le  Hoka One One Bondi 5 sono state create per divorare chilometri sull'asfalto e sebbene la sua spessa intersuola permette di correre per strade con pietre senza sentire il minimo fastidio, la sua suola permette un'aderenza decente sul ghiaietto sebbene è sull'asfalto dove rende meglio. 

La tomaia mediante elementi termosaldati utilizza un mesh spesso, questa combinazione permette da un lato una maggiore resistenza alle rocce anche se compromette un po' la traspirazione, ma alleggerisce il modello lasciandolo al di sotto dei 285 gr per una misura USA 10.

Gli elementi termosaldati su tutta la tomaia e in special modo nel laterale a modo di  strisce longitudinali e altre ad incrociare queste ultime, apportano un contenimento del collo piede e una rifinitura che è funzionale. La calzata è buona mediante un sistema di chiusura rinforzato e permette di avvolgere senza comprimere il collo piede, ma la linguetta risulta larga e poco imbottita per il concetto massimo di cui si tratta e il suo rinforzo superiore duro e dalle rifiniture rustiche che appannano le sensazioni di comfort generale. L'intersuola si eleva lateralmente fino a 6 cm dal suolo, creando una base di contenimento del piede a mo di culla, il che apporta una certa stabilità interna che si sente in modo speciale nel tallone.  

Un modello che offre la sensazione impressionante di correre su un materasso ammortizzante, una calzatura con la quale fa piacere andare a ritmi lenti e sfruttare le sensazioni massime di assorbimento morbido senza dar valore agli inconvenienti che questo può avere, perchè vedremo questo modello ha le sue funzioni particolari. 

Intersuola e ammortizzazione

 Un'intersuola spettacolare di enorme stack e differenziale ridotto a 4 mm, anche se esternamente la sua apparenza è di un'altezza bestiale con 60mm. Internamente 38 mm a livello del tallone e 34 nell'avampiede. Secondo la Hoka questa piccola differenza tra il tallone e l'avampiede e il tallone in questa base scolpita crea un effetto di un sostegno univo e favorisce la transizione durante la corsa. 

 A mio parere la calzatura pecca di un'eccessiva rigidità e intersuola voluminosa che senza questa altezza della punta si sentirebbe troppo rude di risposta. La sua leggera compressione assicura la Hoka che è un 30% più leggera della concorrenza e questo credo che dipenda dalla tecnologia usata per la realizzazione comparata con la schiuma EVA. Chiama l'attenzione anche il suo elevato rocker essendo la punta 3.5 cm più alta del suolo, provocando un movimento tipo dondolo che facilita la transizione dell'appoggio al runner. 

Questo modello Bondi 5 è concepito per divorare chilometri sull'asfalto e sebbene la sua grossa intersuola permetta correre per tragitti con pietre e non sentire  il minimo fastidio, inoltre la sua suola permette un'aderenza decente sul ghiaietto, ma è sull'asfalto che rende meglio. 

L'intersuola si eleva lateralmente fino ai 6 cm dal suolo, creando una base di contenimento del piede che si chiama "ComfortFrame" ed è a forma di culla, che apporta una certa stabilità interiormente che si sente specialmente nel tallone. In questa sensazione di controllo del retropiede influisce positivamente il supporto del tallone che ha un tirante per facilitare l'ingresso del piede che è anche un elemento rifrangente. Questo rilievo a livello del mesopiede incrementa l'appoggio mediale apportando più contenimento dell'arco plantare. La tecnologia Meta-Rocker permette che in una suola poco flessibile dato il suo elevato spessore, si faciliti la transizione dal mesopiede alla propulsione apportando una sensazione più leggera. 

Supporto del tallone

L'intersuola si eleva lateralmente fino ai 6 cm creando una base di contenimento del piede a forma di culla, il che apporta una sensibilità interiore  che si sente specialmente nel tallone. In questa sensazione di controllo della parte posteriore del piede influisce positivamente il supporto del tallone che ha un tirante per facilitare l'entrata del piede che inoltre è rifrangente. Questo tirante insieme alla striscia verticale  con il logo del marchio sull'elemento rifrangente nel tallone danno una grande visibilità notturna per un modello che "divora miglia" che presumibilmente si userà molte volte nelle ore di buio. 

Soletta e ampiezza 

L'impronta è larga con un 12 mm a livello dei metatarsi e 10,4 nel tallone, il che significa 9 cm di ampiezza a livello dell'arco plantare cosa che assicura una base molto stabile di sostegno che apporta una magnifica stabilità insieme al piede che si inserisce quasi scolpito nell'interno dell'intersuola. 

Lo spazio per le dita dei piedi è generoso e permette la mobilità delle dita nel suo interno senza limiti. La soletta abbastanza sottile, e meno male, è firmata OrthoLite e ci ricorda che siamo dinnanzi ad una calzatura ideata per runner dall'appoggio neutro. Contiene bene il piede aumentando la sensazione di contenimento del piede da parte della base o del rilievo esterno dell'intersuola. Non ha un innalzamento dell'arco plantare. 

Tomaia

La tomaia mediante elementi termosaldati su un mesh spesso non è molto elastico però d'altro canto permette una maggiore resistenza contro le rocce anche se un po' compromette la traspirazione della tomaia. Queste ventilazioni nelle zone in cui maggiormente sono richieste, come le scanalature trasversali nella punta, permettono di alleggerire il modello posizionando il suo peso al di sotto dei 285 grammi in una misura 10 USA. Gli elementi termosaldati su tutta la tomaia ed in special modo in tutta la zona laterale come delle strisce longitudinali e altre che si incrociano, avvolgono bene il collo piede e sono una rifinitura carina e anche funzionale. 

Avvolge bene grazie alle asole rinforzate e permette di chiudere, avvolgere il piede senza comprimere il collo piede, ma la linguetta risulta larga e poco imbottita per come consideriamo la rifinitura del meglio di Hoka in questa calzatura e il suo rinforzo superiore è duro e dalle rifiniture un po' spesse che appanna un po' la sensazione di comfort generale. La linguetta con il tempo e il passare dei km risulta dura e fastidiosa in special modo nelle discese. L'imbottitura interna che avvolge la caviglia ha una rifinitura tessile sobria e non risulta essere molto imbottita, l'altezza del supporto del tallone può compromettere il tendine di Achille di spessore più grosso per via dell'altezza laterale 

 Suola

La suola è abbastanza basica e semplice, ha disposizione differente dei tasselli e delle gomme a seconda della richiesta, ma funziona in modo perfetto su superfici dure e lisce. Ha dunque una zona esterna del tallone di colore nero più resistente all'abrasione che insieme alla piccola smussatura o ribassamento nella parte posteriore esterna della suola facilita l'ingresso del tallone e aumenta la resistenza all'usura. 

Nella zona posteriore internamente una zona triangolare di maggiore durezza di colore verde pistacchio apporta stabilità alla parte posteriore e si ripete questa gomma nell'avampiede che apporta oltre che stabilità, anche  nella fase di impulsione una maggiore resistenza all'usura. I  tasselli sono abbastanza piatti e cercano di coprire una maggiore superficie di aderenza sull'asfalto ma riescono anche ad adattarsi alle irregolarità del terreno poichè la EVA è molto morbida il che sommato al volume grande assorbe tutti i tipi di oggetti senza che la pianta del piede possa percepirli. La zona media dell'intersuola è molto esposta all'usura. 

Punti di forza 

•  Assorbimento  spettacolare  delle irregolarità del terreno e degli impatti del piede, indipendentemente dal tipo di appoggio che si realizza. 
•  Scendere in pendenza con queste Bondi, esagerando l'appoggio di tallone, dà una sensazione di massima ammortizzazione senza paragoni. 
• L'intersuola si eleva lateralmente creando una base che contiene il piede come una culla, questo disegno apporta una buona stabilità all'interno dove si sente anche un buon contenimento del tallone.
• Ampia superficie rifrangente nel tallone. 

Elementi da migliorare

•  La linguetta risulta dura e poco imbottita per il concetto di "massimo",il suo rinforzo termosaldato risulta spesso e va a discapito della sensazione di comfort generale. 
•  Assenza di rinforzi nella zona anteriore e laterale di flessione  della tomaia. 
•  Cinta innecessaria che fa da tirante per facilitare l'ingresso del piede
•  Imbottitura interna che avvolge la caviglia troppo sobria per la concezione di "massimo"
•  Flessibilità inesistente dell'intersuola dovuto al suo eccessivo volume e fanno che si senta spessa nella reattività. 

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Conclusione e tipo di runner 

Questa sensazione di massima ammortizzazione certamente tende ad eclissare il resto delle prestazioni come la scarsa flessibilità dovuta al grande spessore dell'intersuola o la sua elevata punta senza la quale sarebbe difficile correre con tanto spessore sotto ai piedi. Le sue caratteristiche che primeggiano al crescere  delle necessità di ammortizzazione fanno che si senta lenta e eccessivamente voluminosa durante la corsa. 

A mio parete ho chiaro  che "il più non significa il migliore" e che in una scarpa " non è importante solo l'ammortizzazione, nemmeno considero che sia la cosa più importante"... Questo modello rappresenta la qualità massima per ammortizzazione ma questo suppone che si perdano le  sensazioni e il controllo del piede e si percepisce questa mancanza di flessibilità e il protagonismo dei movimenti naturali del piedi quando si assorbe o si ci slancia. 

Ma capisco che questo modello nasce per assorbire al massimo e andare con andamento lento per molti chilometri e le possibili critiche restano eclissate dall'alto grado di ammortizzazione e massimo assorbimento degli impatti. Un modello ideale per runner pesanti o in special modo anche i più pesanti dall'appoggio neuro, per i tallonatori ai quali piaccia andare per asfalto o terreni irregolari a ritmi molto lenti, anche a tutti quello che vogliono sperimentare questo concetto di massima ammortizzazione e usarle per un andamento lento e piacevole. 

Valutazione finale di Alberto Cebollada

• Leggerezza 8
• Ammortizzazione 10
• Flessibilità 6
• Reattività 7 
• Stabilità 8 
• Grip  9