HOKA Speedgoat 2

7.2
SCORE

Prezzo originale 140,00 €

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Nuova versione disponibile

HOKA Speedgoat 6 Visualizza la nuova versione

Servizi

Leggerezza
9
Ammortizzazione
8
Flessibilità
8
Risposta
8
Stabilità
7
Grip
8

Caratteristiche delle Speedgoat 2

Genere Uomo , Donna
Peso Uomo 277 gr
Peso Donna 232 gr
Drop 4,5
Ammortizzazione Alto
Costituzione Leggero
Impronta Neutro
Superficie Trail
Uso Allenamento
Ritmo Alto
Piede Normale
Colore Amarillo , Negro , Rojo
Anno 2017

Le scarpe Hoka One One Speedgoat 2 rappresentano un significativo miglioramento in molte aree importanti rispetto alla loro versione originale. Sia la vestibilità, l'intersuola e la tomaia sono state migliorate per ottenere una scarpa ammortizzata migliore che è incorporata nel vasto e variegato catalogo di Hoka One One. Il modello è progettato per tutte quelle runneante che cercano il massimo ammortizzazione, perché in questo senso , Speedgoat 2 è la scelta perfetta.

Sebbene le scarpe abbiano una costruzione più spaziosa rispetto alla versione precedente, le guide larghe possono ancora ritenere che la regolazione sia alquanto stretta, che può essere risolta scegliendo una misura al di sopra del loro numero abituale. Lasciando da parte il tema della regolazione, queste sono alcune scarpe in grado di eseguire una gara confortevole su qualsiasi distanza e su diversi terreni.

Caratteristiche della parte superiore di Hoka One One Speedgoat 2

Nella parte superiore ora vediamo una maglia con un aspetto di qualità migliore, attraverso la quale mantiene un passaggio d'aria eccellente all'interno della scarpa per mantenere i piedi freschi in ogni momento.

Per dare una buona struttura alla scarpa, sono stati aggiunti materiali sintetici termosigillati che ne aumentano la durata. L'imbottitura del collo è abbastanza consistente e offre una chiusura piuttosto stretta della scarpa, nonostante rimanga molto confortevole. Nel caso della lingua questo non è così imbottito, che gli permette di piegarsi meglio per adattarsi al contorno del piede. Inoltre, la chiusura per mezzo di corde piatte ci dà l'opportunità di ottenere una calzata più confortevole.

Suola della Hoka One One Speedgoat 2

Le suole delle scarpe Hoka One One Speedgoat 2 continuano a utilizzare la mescola Vibram Megagrip, che ha dato buoni risultati nella precedente edizione e in altre scarpe firmate. Questa volta i tacos sono più profondi, ce ne sono altri mentre il modello del loro design è stato migliorato.

Il design di queste borchie rende le scarpe meno confortevoli sui terreni asfaltati, ma ci darà una buona risposta, se corriamo per un paio di chilometri sulla strada prima di raggiungere il terreno tecnico per cui è stato progettato.

Le suole hanno un'ottima risposta in terreni irregolari e montuosi, ma sono anche in grado di difendersi bene in qualsiasi condizione di trail running, come su terreno bagnato.

Intersuola della Hoka One One Speedgoat 2

Nell'intersuola viene utilizzata la gomma EVA iniettata, che offre un buon livello di ammortizzazione e durata, mentre fornisce una superficie morbida al tatto per i piedi e una maggiore stabilità e supporto durante la gara. Questa gomma si adatta bene con il sistema di geometria Meta-Rocker Stage bilanciato, progettato per aumentare l'efficienza della gara migliorando la transizione dal tallone alle dita dei piedi.

La piattaforma di questa scarpa è molto stabile, considerando l'altezza dei blocchi. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l'aderenza più stretta consente un migliore controllo dei movimenti del piede per evitare di scivolare all'interno.

Le Hoka One One Speedgoat 2 sono, senza dubbio, scarpe dalle prestazioni eccellenti per affrontare le avventure del trail running. Con la sua massima capacità di ammortizzazione e le sue suole con un'ottima trazione e aderenza, queste scarpe possono affrontare il terreno più complicato.

Nel capitolo delle specifiche tecniche, la seconda versione di questi Speedgoat Hoka One One ha un calo di 4,5 millimetri e alcuni pesi di 277 grammi per il modello maschile (taglia 9 USA) e 232 grammi per la versione femminile (taglia 7 USA).

Review da HOKA Speedgoat 2

18 marzo 2018

Un modello che si mostra di classe superiore per competere nelle ultramaratone

Molto più Hoka e meno SpeedGoat. Calzatura ultra che ha vinto per ammortizzazione e comfort, essendo un po' meno rapida.

L'attesa seconda versione delle Hoka One One SpeedGoat arriva con molti cambiamenti rispetto alla versione precedente. La suola ha molta più gomma Vibram rispetto al suo composto Megagrip, il che le dà una durata eccezionale, la larghezza leggermente più grande per accogliere una più vasta tipologia di piedi, soprattutto per la forma delle sita, e risolve quei problemi di alcuni compratori delle prime SpeedGoat che hanno riportato arrossamenti nella parte interna del piede, un nuovo collarino più chiuso che riceverà il nostro tallone con amore e un riempimento con più EVA nell'intersuola che riempie lo spazio che era stato lasciato nelle prime SpeedGoat e se tutto questo lo sommiamo al ridesign della tomaia vedremo in queste SpeedGoat 2 più che un nuovo modello una vera e propria evoluzione.

"Molto più Hoka e meno SpeedGoat" - se dovessi definirle con una frase è questa che utilizzarei, questo non per dire qualcosa di negativo, ma per sottolineare che sì hanno perso quel punto di aggressività che avevano le prime SpeedGoat che le avevano convertite in una calzatura molto polivalente per la montagna. Queste nuove SpeedGoat 2 sono più "Ultra" e hanno guadagnato in ammortizzazione e comodità al costo di diventare un po' meno veloci.

Un altezza dal suolo di 32 mm nel tallone e 27,5 mm nell'avampiede lascia un drop di 4.5 mm e una più generosa ammortizzazione, i suoi scarsi 280 gr di peso sono senza dubbio i punti forti come è solito trovare nei prodotti della casa Hoka One One.

La configurazione di questa nuova suola con dei tasselli da 5 mm che formano una superficie di contatto molto omogenea, va ad integrarsi con una piastra più ampia e molto arrotondata ma che mantiene sempre un gran grip e stabilità e tutto ciò conferisce alla SpeedGoat2 uno spirito "da centomiglia" ineguagliabile ; se vuoi avventurati in sfide di questo calibro ( Qualcuno ha detto UTMB?) non mi viene in mente alleata migliore, sono disegnate per quello.

Tomaia

Un ridesign importante, il taglio delle nuove SpeedGoat 2 cerca di attenuare la poca durata che ha avuto la prima versione con una costruzione in doppio strato in rete, una rete esterna più aperta e un tessuto interno più chiuso ed elastico.

È stata cambiata la configurazione dell' "esoscheletro" di termosaldati per non forzare tanto le linee di flessione della tomaia. zona nella quale appariranno i primi segni di usura, devo dire, avendo usurato due paia di SpeedGoat, questa seconsa versione ha sì una durata maggiore, forse non tutta ciò che ci aspetteremmo per il prezzo del prodotto, ma la relazione della qualità con lo stesso mi sembra corretta.

Ora se si produrranno delle rotture precoci nel primo strato avremo il secondo strato che eviterà l'ingresso di terra o pietre nella parte interna della scarpa e sebbene la parte estetica venga danneggiata, il nostro passo continuerà ad essere comodo e non interferiranno elementi esteri, cosa che nella metà di una Ultramaratona veramente necessiteremo.

Calza perfettamente avvolgendo i nostri piedi grazie anche al sistema di chiusura, la sua morbidezza interna assicura km e km senza fastidi.

In questa versione la linguetta cambia la sua composizione, essendo questa nuova di un tessuto in rete e imbottita in modo comodo e di una lunghezza giusta perchè non esca dal resto del collare, cucita sopra c'è un passante di stoffa che serve da unione con la tomaia proprio sopra le dita e fa sì che la linguetta non si muova quando viene attraversata dai lacci che si incrociano, ma questo però introduce anche dei punti di pressione del tutto non necessari. Potrebbe essere questo l'unico "neo" che ho trovato in questa scarpe, poichè l'estensione della linguetta fino alla punta non fa da rinforzo e nonostante resta flessibilità al materiale, finisce per danneggiarsi insieme alle cuciture di questa zona.

Partiamo dalla punta per descrivere questo rinforzo plastico esterno che eleva la linea di acqua delle Speedgoat 2, certamente una striscia plastica di circa 3 cm di altezza che troviamo in tutto il perimetro che sommato all'elatezza dell'intersuola impedirà l'entrata di acqua nell'interno della scarpa a meno che non ci troviamo ad entrare in pozzanghere troppo profonfe e ci proteggerà comunque da impatti con rocce.

Il tallone anche cambia radicalmente, forma ora una "V" più marcata e abbraccia molto di più il tendine di Achille e lo fa in modo molto gradevole grazie alla sua imbottitura e alla leggerezza della stoffa.

Intersuola

Il "nocciolo della questione", l'EVA usata da Hoka ci da un'ammortizzazione superlativa, la struttura ampia della stessa le conferisce stabilità, non ti lasciare spaventare da questi profili alti, poiché la stessa intersuola fa un po' diffidare di sé stessa facendoci temere per le nostre caviglie e pensando che qualcosa di così grande debba essere così pensante e grossolano, ma tutti questi pensieri sono ciò che più lontano dalla realtà esista: potrai mettere queste Hoka One One in terreni tecnici senza alcun timore e si comportano bene anche su pista a ritmi vivaci, sebbene non eccessivamente rapidi poichè questo è l'altro dei punti che hanno cambiato, almeno per la mia percezione, il riempimento del piccolo buco che c'era al di sotto del tallone e una maggiore ampiezza totale, l'ha "frenata" e ora risultano non tanto rapide come la versione precedente.

Questa leggerezza della EVA che compone l'intersuola si vede pregiudicata per l'azione dello sfregamento con le rocce in maniera prematura e subito si mostreranno delle imperfezioni estetiche a forma di "pizzichi" nel materiale, specialmente pronunciati nei profili della punta, realmente sono più un punto estetico che altro perchè non sembrano rivestire una grande importanza a livello tecnico e strutturale.

La verità nella costruzione di questa intersuola è che ottiene un gran bilancio tra ammortizzazione e leggerezza, che farà in modo che le tue gambe soffrano molto meno in distanze lunghe, proporzionando l'ammortizzazione e la stabilità necessarie per raggiungere gli obiettivi che ti sei posto.

Suola

Un grande passo avanti, il nuovo design della suola, con un notevole aumento della quantità di Gomma Vibram MegaGrip, che era qualcosa che gli usuari della SpeedGoat della versione precedente reclamavano poichè la citata leggerezza della EVA posta a contatto diretto con il suolo ne comprometteva la durata.

Sono stati lasciati per coprire la parte centrale del tallone e dove prima c'era un buco che le rocce si "mangiavano a morsi" ora vediamo solo una piccola depressione nella continuità della EVA e che ora con più di 300 Km percorsi sembra mostrare una maggiore resistenza all'usura rispetto alla versione precedente.

La disposizione, la profondità (5mm) e la forma dei tasselli ci assicura la massima trazione in tutti i tipi di terreno, non ho potuto provarli tutto ma durante la prova, dalle polivalenti piste del deserto Monegrino, passando per il caos dei blocchi di granito del colle Salenques nel Gran Trail Aneto Posets, calpestando la neve della lingua del ghiacciaio e superando i ruscelli formati dall'acquazzone che noi runner abbiamo dovuto affrontare durante la corsa , fino ai sentieri dei boschi centenari tedeschi che si perdono tra la vegetazione delle foglie cadute.

Conclusioni

Le nuove Hoka One One SpeedGoat 2 sono una delle migliori opzioni per le tue gare di Trailrunning di lunga distanza, a mio parere degne di essere conservate per essere usate in gare e così aumentare la loro durata nel tempo, sono realizzate per gareggiare con esse nelle Ultramaratone di montagna e dal primo momento che le indossi sai che sono di un livello superiore.

Un'ammortizzazione che ti aiuterà ad arrivare con le tue gambe sufficientemente oltre il Km 100, una suola che ti fornirà l'aderenza necessaria per sfrecciare sulle rocce e diminuirà la possibilità di slittamento facendo delle lunghe discese un continuo piacere.

PRO & CONTRO

PRO

  • Ammortizzazione
  • Grip
  • Leggerezza
  • Comodità

CONTRO

  • Una protezione maggiore nella punta darebbe all'intersuola una maggiore durata
  • Perchè non coprire tutta la suola con questa gomma Vibram MegaGrip?

Votazioni del tester di Runnea

  • Ammortizzazione: 10.
  • Grip: 9.
  • Leggerezza: 9.
  • Stabilità: 8.
  • Flessibilità: 6.
  • Reattività: 6.

Passando all'azione: Le Hoka One One SpeedGoat 2, in gara

GTAP (Gran Trail Aneto-Posets) 105 km / 6.760 m D+ ()

Per provare al 100% le Hoka One One SpeedGoat 2 me le son portate a due gare molto diverse anche per terreni, una di esse è stata la GTAP (Gran Trail Aneto-Posets) che disputa sul massiccio della Maddalena e circonda la vetta Aneto e il Posets passando per i colli vicini a 3000 m e ho affrontato questa competizione con più illusione che fiduci, sapendo che i problemi che portavano con loro i miei piedi sarebbero stato uno scoglio insuperabile, ho commesso un errore in una corsa agli inizi di Luglio e questo mi ha provocato una frattura per due mesi, lo racconto così che possa essere di lezione e non andare a sbattere sulla stessa pietra come me.

Raccontiamo gli antefatti: era giusto un anno che nella prima prova di una corsa disputata nelle vicinanze del complesso sciistico di Panticosa mi si è slogata la caviglia destra proprio durante la prima discesa che fu una cosa comune a quasi tutti i partecipanti essendo la zona alta, ma questo mi danneggiò per tutta la settimana e non potetti dare il 100 % in nessuna delle corse che componevano le gare di quella settimana in montagna.

Mi successe che per evitare ciò che accadde nella stessa occasione in un'altra avventura, pensai che sarebbe stata una buona idea bendare subito le caviglie, così da trovandomi già provvisto di un rotolo di bende di prima qualità precedetti ad auto applicarmi un tapping funzionale.

Sfortunatamente ho stretto troppo il bendaggio e sebbene non ho avuto nessun peggioramento nella distorsione, questa tensione del bendaggio che si fissava passando al di sotto del tallone in entrambi i piedi esercitavano una brutale forza di trazione nella pelle alla base del calcagno, con il conseguenze disturbo che già notavo alla meta del primo giorno, letteralmente mi ha provocato che la pelle si staccasse formando delle brutte vesciche in entrambi i talloni che tra gli altri due giorni di corsa e gli idrocolloidi utilizzati per cercare di calmare gli effetti ha finito per peggiorare la situazione distruggendomi i talloni.

Questo è stato l'handicap che mi ha fatto fermare questa estate e tutto per una cattiva decisione dell'ultimo momento, lezione imparata.

Ritorniamo al GTAP, per queste prove sapete già che bisogna iscriversi con largo anticipo e non avendo ancora la pelle dei piedi perfettamente rigenerata mi sono messo subito in linea di partenza consapevole che avrei potuto "perdere qualche pezzo", ma sapete quanto siamo testardi noi runner e ho preferito tentarci, l'ambiente che si crea alla linea di partenza che si forma a Benasque è spettacolare, la complicità tra tanti runner nei momenti che precedono la partenza di può palpare nelle immagini televisive di un uscita a mezzanotte, un serpente di luci che si allontana fino al Aneto... un momento che non mi sarei voluto mai perdere.

Nelle prime fasi della corsa tutto andava bene, in pianura e in salita all'inizio tutto bene e le las Hoka One One SpeedGoat 2 mi hanno fornito la comodità che i miei piedi maltrattati necessitavano, tutto inzia quando una pioggia intensa ci colpisce prima di raggiungere il primo rifugio a La Renclusa, l'acqua che cade e i ruscelli che si formano nel sentiero percorso per la salita hanno impannato i miei piedi e per la delicata pellicola di "seconda pelle" che avevo ai piedi, non è stato affatto un bene.

Ciò nonostante non è andata malissimo, anzi ho corso tra i primi 20 quando siamo stati uno dopo l'altro sul colle Salenques, è un percorso già conosciuto perchè ho realizzato la "Vuelta al Aneto" alcuni anno fa e mi era sembrato incredibile che la gente fosse passata di lì durante la notte.. e ora uno di quei pazzi ero proprio io che lo stavo facendo.

La verità è che ci si gode l'esperienza, non è senza rischi, sebbene l'organizzazione pone alcuni mezzi per minimizzarli mettendo delle corde lungo i passaggi più pericolosi; stiamo parlando di una corsa denominata di "montagna altissima" e non sono stati necessari in ramponi in questa occasione, ma più in alto c'è anche un sentiero innevato spettacolare.

Qui le SpeedGoat 2 offrono una trazione spettacolare e aiutato dai bastoni non ho bisogno di aggrapparmi alla corsa per proseguire.

Poco a poco riesco a cominciare la discesa, la cosa peggiore è che non è percorribile così come la salita. un costante saltare da roccia a roccia, l'ammortizzazione delle calzature fa il suo lavoro e sebbene inizio a notare delle brucuature vado avanti con passo costante. Dopo un buon andamento scalata e discesa riesco ad arrivare alle prime luci del mattino alle vicinanze del nuovo rifugio di Cap Llauset, durante la discesa inizio a notare cosa la notte ha provocato ai miei piedi.

Dopo aver valutato i danni e aver rifocillato me stesso, sono pronto per il colle di Vallibierna, da lì ( mi illudo) sarà tutta discesa fino a Benasque con un passo intermedio nel km 54 +-, forse per la stanchezza accumulata, ma ero convinto di questa cosa. Così che ho iniziato quest'altra fase di discesa cambiandomi solo i calzini e mettendone alcuni che mi potessero aiutare a continuare poichè il desiderio di andare avanti cresceve sempre più... da salto a salto continuai con questa idea nella mente e nonostante il dolore ho fatto la discesa molto rapidamente, fino ad arrivare all'avvallamento e alla falsa idea che avevo disegnata nelle mia mente. Il castello che avevo disegnato all'improvviso crollò colpito dalla realtà, dovevo girare a sinistra e salire fino ai 2700 m alla vetta Stiba Freda e ritornare a scendere in una lunga discesa fino a Benasque.

Durante la salita alla vetta andavo prendendo coscienza del fatto che la situazione non poteva essere più sostenuta, il bruciore alle piante dei piedi era allarmante, erano già 10 ore che correvo e dopo il passo intermedio me ne restavano altre 14, l'obiettivo di meno di 24h sfumava e anche le mie possibilità di terminarle.

Una volta in cima cominciava un zona abbastanza percorribile, l'ho percorsa in maniera discontinua, ma il peso della discesa pesava ad ogni passo di più ai miei piedi arrivando a farmi avere sensazioni molto negative e iniziavo a pensare che già arrivare alla fine di questo percorso mi avrebbe fatto stare fermo per il resto dell'anno, la discesa guadagnava verticalità e mi sono reso conto poi che non potevo più continuare a correre a causa del dolore, ho cercato di pensare in maniera più distaccata possibile e a cosa avrei consigliato in quella situazione ad un amico, così ho preso il mio cellulare e ho avvisato di venirmi a prendere a Benasque una volta arrivato perchè non avrei potuto continuare e necessitavo porre fine lì alla corsa.

Ho incontrato sul cammino vari conoscenti e qualcuno voleva convincermi a continuare il percorso camminando fino alla fine, ma io ci tengo ed ero convinto non fosse sicuro continuare, se pur camminando per evitare ulteriori danni, non puoi stare in montagna in queste condizioni pessime e mettere in pericolo te stesso e causare anche danni agli altri. In questi casi prendere la decisione di ritirarsi è difficile, ma bisogna anche saperlo fare ed essere coscienze di quanto è abbastanza.

Ora pensandoci a mente fredda penso di aver agito correttamente, posso recuperare in poco tempo e i miei piedi torneranno a stare in ottimo stato. Se avessi continuato probabilmente starei ancora ad alta quota con carne viva fuori dai piedi.

Dalla notte al giorno

RAG Hartfuessler Trail (58,95 km y 1654 m D+)

Pianificando le vacanze in camper per Francia e Germania, ho deciso di trovare un Trail dove poter continuare a testare le Hoka che fossero prove "sempliciotte" per non interferire troppo con il riposo da vacanza, così consultando la pagina web de la ITRA mi sono imbattuto in questa corsa che si realizza nella zona delle miniere di frontiera tra Francia e Germania, molto vicina al foume Ring, faceva proprio al mio caso e così vi ho partecipato.

Una corsa da 58 Km con un po' di dislivelli e che si è disputata tra zone di boschi centenari, sentieri ben marcati e qualche zona di asfalto o incrocio di zone paludose con ciliegina sulla torta : attraversare un ruscello.

Qui le sensazioni sono state buone fin dal primo momento, con i piedi già praticamente al 100% non mi restava altro che godermela.

Abbiamo terminato molto rapidamente, il primo classificato già dall'inizio aveva marcato la differenza seguito da un gruppo sostanzioso al quale mi sono accodato passando più volte ad essere da secondo a terzo fino a che in una zona densa boschiva mentre stavamo procedendo siamo finiti fuori percorso e abbiamo dovuto fare dei km per tornare indietro fino a che siamo riusciti a ritrovare il percorso, lentamente perdendo un 10 minuti buoni dai primi in gara, mi sono accodato al 12esimo corridore.... comunque ero lì per divertirmi e correre, il corpo mi accompagnava e anche la tenacia, le Hoka SpeedGoat 2, hanno fatto in modo che non mi preoccupassi dei piedi fino al km 52 quando abbiamo dovuto attraversare il fiume e ho potuto costatare che il doppio mesh permette all'acqua di uscire più lentamente, ma mancando poco alla fine questo non è stato un grosso problema e alla fine ho raggiunto il traguardo tra i Top10, all'ottava posizione con un tempo di 5:54 per quasi 60Km, cosa che mi ha lasciato soddisfatto e mi ha rialzato di molto di morale, cosa che mi serviva proprio.

Così le mie Hoka SpeedGoat 2 hanno attraversato 300 Km in condizioni più svariate e vi assicuro che me le porterò durante la mia prossima Ultra, UTGS (Ultra Trail Guara Somontano 102km 6000m D+) arriviamo!

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